Mostre

Pensieri in scatola

Anteprima per la partecipazione al Festival ECOLADES 2023

 

Le allieve del corso opzionale Arti Visive (3OC) presentano i loro lavori in anteprima.

Scatole grandi, scatole piccole, di diverse forme racchiudono microcosmi di carta. La realtà si mescola al sogno, il mondo rappresentato sembra un piccolo palcoscenico sul quale si svolge la vita fatta di ricordi, di nostalgia, di paure, di desiderio e voglia di futuro.

Le scatole, realizzate dagli studenti con materiali di recupero, propongono mondi poetici, nei quali ognuno potrà trovare qualche frammento che parlerà al cuore.

Sono state spunto di riflessione le opere di

 

Joseph Cornell

 

Cornell cominciò ad assemblare le sue prime Shadow Boxes negli anni Trenta del secolo scorso, lavorando nel seminterrato della sua casa di famiglia nel distretto di New York. Negli stessi anni Max Ernst pubblicò La Femme 100 Têtes, un romanzo-collage che colpì Cornell e gli trasmise l’idea che l’arte visiva non fosse soltanto una questione di pittura su tela, ma che poteva anche essere fatta da oggetti reali, stranamente combinati tra loro.

Cornell si rese conto della possibilità di trasformare gli oggetti raccolti, quegli objet trouvé, in opere d’arte cariche di senso e capaci di suscitare emozioni, e lo faceva con una poeticità davvero unica, senza alcun intento dissacrante o ironico. In questo processo Joseph Cornell ricorda molto i grandi collezionisti di un tempo, i suoi assemblage diventano vere e proprie Wunderkammer che espongono il quotidiano riqualificando l’oggetto come rarità preziosa. Le sue opere sono una vera e propria via di fuga in mondi mistici e felici.

Componendo gli oggetti in scatole ben strutturate e seguendo le proprie sensazioni, Joseph Cornell li costringe in un nuovo spazio, dove essi proiettano la propria fisicità, Non si tratta di un’operazione dettata dal caso ma dal ragionamento e da nuovi orizzonti di significato che l’artista attribuisce a ciascun elemento. Cornell riproduce i corpi celesti; le stelle e la luna si trasformano in bolle di sapone o sfere trasparentipappagalli si stagliano su ritagli di giornale e ci osservano mentre piccole figure danzano leggere in un cielo terso, tutte fuori dal nostro tempo.

Oggetti d’ogni tipo vengono assemblati in contenitori di legno posti in verticale e coperte da un vetro frontale, uno spazio tridimensionale. Il risultato finale è quello di un mondo privato e molto intimo, carico di segni del tempo, tracce e memorie in cui tutti gli elementi seguono l’elemento del ricordo: gli oggetti quotidiani si tingono di una valenza speciale trasformandosi in mirabilia da cabinet de curiosités. Le boxes di Cornell sono vere e proprie vetrine di sogni.

Joseph Cornell, A Parrot for Juan Gris, 1953-54. Courtesy of Quicksilver/The Joseph and Robert Cornell Memorial Foundation/Vaga, NY/Dacs.

 

Testo di Carioni Laura, 20.06.2020.

https://closeupart.org/joseph-cornell-poesie-in-scatola/18.01.2022